Descrizione
L’Uva da Tavola di Canicattì IGP si riferisce all’uva da mensa allo stato fresco della specie Vitis vinifera L., varietà Italia, nota come Pirovano “65”, ottenuta dall’incrocio di Bicane con Moscato d’Amburgo.
Zona di produzione
La zona di produzione dell’Uva da Tavola di Canicattì IGP interessa alcuni comuni delle province di Agrigento e Caltanissetta, nella regione Sicilia.
Metodo di produzione
La forma di allevamento utilizzata è a “tendone”, a sesto variabile di metri 2,80 × 2,80 fino a 3 metri, con una densità di circa 1.100 piante per ettaro. Prima che i grappoli abbiano raggiunto la loro maturazione deve essere effettuata una serie di “operazioni in verde”: concimazione organo-minerale, eliminazione di germogli, sfogliatura e raddrizzamento dei grappoli. Gli interventi “al verde” servono come integrazione e completamento della potatura invernale, al fine di mantenere un equilibrio tra la fase vegetativa e la fase riproduttiva della pianta. Per poter migliorare qualitativamente la produzione e la conformazione dei grappoli, questi sono sottoposti a operazioni manuali di diradamento e selezione. Vengono effettuate irrigazioni di soccorso a causa dell’andamento particolarmente siccitoso dell’areale produttivo. I vigneti vengono coperti con materiali specifici per garantire la conservazione dell’uva sulle piante: la stagionalità dell’uva viene così prolungata e la raccolta può essere effettuata in un arco temporale particolarmente lungo, che va dalla seconda decade di agosto alla prima decade di gennaio. È consentita una produzione unitaria massima di 250 quintali di uva per ettaro.
Aspetto e sapore
L’Uva da Tavola di Canicattì IGP presenta grappoli uniformi nel colore, di dimensioni medio- grandi e di forma conico-piramidale e spargoli. I raspi risultano armoniosamente sviluppati con peduncolo lignificato. Gli acini sono medio-grossi di forma sferoidale-ellissoidale, con polpa carnosa e croccante che varia dal giallo tenue al giallo paglierino dorato. Il sapore è dolce e gradevole con delicato aroma moscato.
Storia
Sino alla metà dell’Ottocento non si faceva distinzione tra uva da tavola e uva da vinificare. Fu proprio in Italia che tale differenza fu sancita ufficialmente, nel 1887, con la richiesta al governo di una legge ad hoc per valorizzare le uve da vino rispetto a quelle da pasto. Nello specifico, la coltivazione della varietà Italia risale alla prima metà del XX secolo e il nome della cultivar rende omaggio all’unificazione. Fu infatti agli inizi del XX secolo che l’agronomo Alberto Pirovano incrociando le viti Bicane e Moscato d’Amburgo creò questa nuova varietà d’uva la quale trovò nella zona di Canicattì ilmicroclima ottimale. Qui tuttavia si è affermata solo all’inizio degli anni Settanta, imponendosi in sostituzione delle tradizionali colture di cereali, mandorli e leguminose.
Gastronomia
L’Uva da Tavola di Canicattì IGP può essere conservata per oltre un mese se collocata a basse temperature. Per sfruttare al meglio le sue proprietà disinfettanti e antivirali, diuretiche e lassative, è consigliabile consumarla fresca al mattino e a digiuno. In cucina il prodotto può essere utilizzato come ingrediente per la preparazione di dolci, marmellate e succhi, ma anche come ingrediente di sfiziose ricette di primi e secondi piatti, ad esempio a base di carne di maiale.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Uva da Tavola di Canicattì IGP. È commercializzato dalla seconda decade di agosto alla prima decade di gennaio, in cassetta o confezionato in contenitori di capacità minima pari a 500 g.
Nota distintiva
L’elevata concentrazione di calcio nel suolo conferisce all’Uva da Tavola di Canicattì IGP colore e croccantezza. Inoltre, le caratteristiche climatiche del territorio consentono di mantenere il frutto sulla pianta fino all’inizio di gennaio, garantendo un prodotto sempre fresco sul mercato.