Descrizione
Il Pimiento de Fresno-Benavente IGP si riferisce al frutto fresco della pianta di peperone Capsicum annuum L., risultante da una selezione di peperoni del tipo Morro de Vaca o Morrón.
Zona di produzione
La zona di produzione del Pimiento de Fresno-Benavente IGP comprende 33 comuni della provincia di Léon, 55 comuni della provincia di Zamora e un comune della provincia di Valladolid, appartenenti alla Comunità autonoma di Castilla y León.
Metodo di produzione
I suoli dei territori adibiti alla coltivazione di Pimiento de Fresno-Benavente IGP devono presentare un tenore di argilla superiore al 15%, di limo inferiore al 33% e di materia organica inferiore al 2,1%. La densità di piantagione massima deve essere di 85.000 piante per ettaro. È vietato coltivare peperoni per due campagne consecutive sulla stessa particella. La raccolta viene effettuata a più riprese, selezionando ogni volta i frutti che rispondono ai criteri di qualità. Dopo la raccolta i peperoni devono essere conservati al riparo dal sole in un luogo fresco e areato e tenuti a debita lontananza da qualsiasi materiale che possa causarne la contaminazione.
Aspetto e sapore
Il Pimiento de Fresno-Benavente IGP si presenta di forma rettangolare piuttosto allungata, con una larghezza minima di 10 cm e un peso unitario superiore ai 300 g; a maturazione è di colore rosso. La pelle non è dura, mentre la polpa è spessa. È molto succoso, dal gusto mediamente dolce, poco amaro e non piccante.
Storia
Varie testimonianze storiche ed artistiche testimoniano le radici antiche del Pimiento de Fresno-Benavente IGP. L'Archivo Histórico Provincial di Léon conserva i protocolli della città di Fresno de la Vega, risalenti al XVIII secolo, in cui si fa riferimento alle decime percepite sugli ortaggi, fra i quali figurano i peperoni. Roberto Cubillo de la Puente afferma nel suo libro Comer en León. Un siglo de historia: 1700- 1800 che alla fine del XVIII secolo i peperoni apparivano stagionalmente sul mercato di Léon e dovevano essere molto apprezzati in questa città, almeno da alcuni settori della popolazione. I documenti studiati attestano la presenza dei peperoni nei mesi di agosto, settembre, ottobre e novembre, il che induce a pensare che questi prodotti fossero originari delle zone vicine a quelle del Pimiento de Fresno-Benavente. Nella pubblicazione Avance estadístico de la riqueza que en España representa la producción media anual de las plantas hortícolas y plantas industriales (1914), della Direzione generale dell'agricoltura, delle miniere e delle montagne, dipendente dal Ministero dell'infrastruttura, appare una menzione della provincia di Zamora in cui si indica che la varietà di peperoni più diffusa è quella nota come "morro de vaca". Il trattato agronomico El cultivo de pimientos, chiles y ajíes, pubblicato nel 1996, segnala che la varietà "morro de vaca" può essere denominata in modi diversi in funzione della regione e della selezione. Tra le diverse denominazioni figura quella di peperone "de Fresno" per la zona di produzione interessata.
Gastronomia
Il Pimiento de Fresno-Benavente IGP si conserva in luoghi freschi e asciutti, protetti dal sole. In cucina si presta a molteplici utilizzi. Oltre a poter essere mangiato solo, soprattutto alla griglia o ripieno, è ottimo per la preparazione di antipasti, primi piatti e insalate o come accompagnamento di secondi. Il Pimiento de Fresno-Benavente IGP è inoltre utilizzato dall'industria di trasformazione per la preparazione di conserve.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Pimiento de Fresno-Benavente IGP. Viene commercializzato in contenitori che possono contenere al massimo 30 esemplari di prodotto distribuiti in uno o due strati in altezza.
Nota distintiva
Il Pimiento de Fresno-Benavente IGP è un ecotipo locale specifico della zona di produzione e che si differenzia da altri coltivati in zone differenti. I pimientos coltivati in questo territorio presentano una polpa più grossa, più gustosa, meno amara e meno dura e la pelle è meno spessa. Queste caratteristiche sono legate al basso livello di materia organica nei suoli e alla tessitura degli stessi.