Descrizione
L’Indicazione Geografica Brandy Italiano è riservata al brandy ottenuto in Italia dalla distillazione di vino proveniente da uve coltivate e vinificate nel territorio nazionale, invecchiato in recipienti di quercia per almeno un anno o per almeno sei mesi se la capacità dei recipienti di quercia è inferiore a 1.000 litri.
Zona di produzione
La zona di produzione del Brandy Italiano IG corrisponde all’intero territorio nazionale.
Metodo di produzione
Il Brandy Italiano IG è ottenuto da acquaviti di vino, con aggiunta o meno di distillato di vino a meno di 94,8% in volume, a condizione che tale distillato non superi il limite massimo di 50% del tenore alcolico del prodotto finito. Non deve esservi aggiunta di alcole etilico diluito o non diluito. Non è aromatizzato, tuttavia non si escludono i metodi di produzione tradizionali. Nella preparazione del Brandy Italiano IG è consentita l’aggiunta di:- zuccheri, nella misura massima di 20 grammi per litro, espressi in zucchero invertito;- caramello, secondo le disposizioni di cui al decreto del Ministero della Sanità 27 febbraio 1996, n. 209;- sostanze aromatizzanti naturali e preparazioni aromatiche (art. 2, c. 1, lettera b), punto 1, e lettera c), del D. Lgs. 25 gennaio 1992 n. 107) ottenute da trucioli di quercia o da altre sostanze vegetali, o mediante infusione o macerazione con acqua o con acquavite di vino, nella misura massima del 3% del volume idrato. L’invecchiamento deve avvenire in magazzini ubicati nel territorio nazionale in recipienti di quercia non verniciati né rivestiti.
Caratteristiche del prodotto
Per tradizione, il Brandy Italiano IG è ottenuto mediante distillazione e/o ridistillazione delle seguenti materie prime:- vino ottenuto da uve (vitis vinifera) raccolte e vinificate in Italia,- acquavite di vino, a sua volta ottenuta da vini prodotti con uve raccolte e vinificate in Italia,- distillato di vino, ottenuto da vini prodotti con uve raccolte e vinificate in Italia,- taglio/assemblaggio tra acquavite di vino e distillato di vino. Per poter essere immesso al consumo il Brandy Italiano IG deve avere un titolo alcolometrico non inferiore a 38% in volume.
Legame con il territorio
La storia italiana della moderna distillazione di vino nasce già nel XVIII secolo, principalmente per volere di alcuni stranieri che trovarono nel Bel Paese un terreno particolarmente fertile per applicare questa arte antica. “In Sicilia nel 1773 arrivò l’inglese John Woodhouse che decise di distillare il vino per fortificare il marsala. A Bologna nel 1820 giunse dalla Francia Jean Bouton e creò la propria distilleria. Nel 1832 il calabrese Vincenzo Florio fondò a Marsala l’azienda che porta il suo nome ed iniziò a produrre sia il famoso vino marsala che un eccellente brandy. Naturalmente ci furono altri italiani, come Ausano Ramazzotti nel 1845 a Milano, come la famiglia Branca, Antonio Carpené, Pilla ed altri ancora” (Angelo Matteucci, Il Brandy Italiano). I maggiori consumi di brandy italiano si riscontrano nei decenni successivi al secondo conflitto mondiale per iniziare un declino, come altri distillati, a partire dagli anni Ottanta a fronte, però, di una migliore qualità produttiva.
Informazioni legislative
L’Indicazione Geografica Brandy Italiano è registrata nell’allegato III del Regolamento (CE) n. 110/2008 relativo alla definizione, designazione, presentazione, etichettatura e protezione delle Indicazioni Geografiche e che abroga il Regolamento (CEE) n. 1576/89 del Consiglio (pubblicato sulla GUUE L. 39 del 13.02.2008) come modificato dal Reg. 1067/2016 e dal Reg. 674/2019. Nonostante l'entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 787/2019 che abroga il Reg. 110/2008 e che, per quanto riguarda le IG, si applica dall'8 giugno 2019, l'allegato III continua ad applicarsi fino alla creazione dell'apposito registro delle IG di cui all'articolo 33 previsto dalla nuova normativa. In generale, il Reg. 787/2019 prevede per ogni Indicazione Geografica, all’art. 24, la presentazione alla Commissione UE di una scheda tecnica contenente i requisiti prescritti allo stesso articolo. La scheda tecnica del “Brandy Italiano” è contenuta nel decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 16 giugno 2016 (pubblicato nella GU n.147 del 25.06.2016).